top of page

Rigenerazioni: l’inizio di qualcosa di nuovo

Foto di Wow Project
Foto di Wow Project

 

Quando abbiamo iniziato a immaginare questa giornata, prima di tutto abbiamo voluto capire chi ci sarebbe stato. A Caldaro, pochi giorni prima di Ferragosto e a meno di un mese dall’inizio della vendemmia: non potevamo dare per certa la presenza di nessuno. Abbiamo quindi spedito gli inviti a persone selezionate con cura e affetto, consapevoli che l’idea di un ritiro per parlare di vino e di futuro poteva restare solo… un’idea.


Invece le adesioni sono state tante, molto più di quanto avremmo mai potuto immaginare, e sono arrivate dagli orizzonti più diversi: produttori navigati, giovani imprenditori del vino, giornalisti, nuove generazioni nate e cresciute tra le vigne e ora in cerca della propria strada. In tutto una trentina di persone che hanno accettato la proposta di ritrovarsi in uno dei luoghi più suggestivi dell’Alto Adige con entusiasmo, curiosi di capire chi avrebbero trovato al loro tavolo.


Foto di Wow Project
Foto di Wow Project

A ciascuno era stato chiesto di portare una bottiglia. Non una qualsiasi, ma quella che, a loro parere, meglio rappresentasse il concetto di vino del domani: per i metodi di produzione, per la storia, per il gusto, le prospettive o magari la nicchia da cui proveniva.

Poi è arrivato il nostro turno: abbiamo costruito un menu, tirato corde e steso vele per portare un po’ d’ombra tra viti e meli, tagliato l’erba, apparecchiato. Abbiamo colto l’erica che cresce nel boschetto vicino e sperato che il sole restasse con noi per tutta la giornata.


Avevamo un programma, certo, ma sapevamo che a fare davvero la differenza sarebbero state le persone. L’idea era semplice: pranzare insieme intorno ai piatti di carne preparati da Damiano Fusina, serial griller per passione, degustare, aprire qualche discussione enologica… e poi degustare ancora. Quando i primi ospiti sono arrivati con una bottiglia sotto braccio, abbiamo capito che forse, davvero, sarebbe andato tutto bene.


Foto di Wow Project
Foto di Wow Project

C’era chi si conosceva già e chi no, ma magari aveva assaggiato i vini delle stesse cantine. Alcuni non sapevano nulla dei propri commensali, ma a fine giornata li abbiamo visti scambiarsi indirizzi mail e proposte di rivedersi presto.


Tutti hanno accolto l’idea di sedersi intorno a un tavolo e ascoltarsi l’un l’altro mentre raccontavano il proprio pensiero sul vino, sul suo fascino, sulla storia che li ha portati ad apprezzarne gusto, cultura e universo e appassionarsi tanto. Poi abbiamo iniziato a stappare le bottiglie, prima i bianchi, poi rossi e insieme, sempre, Kombwine, l’alternativa che abbiamo immaginato insieme a Legendary Drink, che parte dal mosto e impiegando le tecniche della kombucha imbottiglia una bevanda che porta l’aroma del vino a un nuovo livello, senza alcool.


Foto di Wow Project
Foto di Wow Project

Durante la giornata abbiamo parlato di vini fatti con metodi sostenibili, bottiglie realizzate in comunità, cantine che puntano tutto sulla trasparenza e sulla filiera e altre che hanno deciso di dare una seconda possibilità a un vitigno che stava per scomparire. Per alcuni, il futuro è condividere una bottiglia riempita nel 1947. Per altri, è mettere sul tavolo una bottiglia ancora senza nome.


Mentre ognuno raccontava la propria bottiglia, le storie e i vignaioli dietro a quelle etichette prendevano forma davanti a noi. Ci veniva voglia di saperne di più. E, naturalmente, di assaggiare ancora.


Poi nel pomeriggio, mentre attendevamo che Damiano mettesse sulla griglia gli ultimi tagli di carne abbiamo accompagnato i nostri ospiti attraverso una piccola escursione nel bosco vicino. Volevamo regalare una vista dall’alto sul lago di Caldaro, un po’ di aria fresca e anche qualche nuovo spunto di riflessione. Per esempio, che spazio avranno i prodotti senza alcol nel futuro? Ha senso espiantare? Mentre ci lasciavamo sorprendere dal paesaggio, ci siamo confrontati in modo vivace, condividendo visioni, esperienze, intuizioni. Alcune idee ci hanno fatto cambiare opinione, altre ci hanno aiutato a consolidarne una.


Foto di Wow Project
Foto di Wow Project

Al ritorno a tavola le conversazioni erano tutt’altro che finite, e a fine giornata ci siamo salutati con la promessa di continuare presto quei discorsi lasciati in sospeso.

Rigenerazioni era nata come un ritiro creativo, filosofico ma anche molto pratico. Un momento di respiro prima della vendemmia. Si è rivelata un’occasione preziosa per scoprire che i nodi su cui ci interroghiamo ogni giorno sono spesso condivisi da chi lavora nel mondo del vino. E che proprio quei nodi – le domande, le incertezze, le passioni – disegneranno il profilo del vino del futuro.  


Ne parleremo ancora, molto presto. Perché spartire bottiglie e conversazioni è qualcosa che ci piace fare e oggi abbiamo scoperto che forse può trasformarsi anche in un modo nuovo e migliore, di fare tutto quello che già facciamo: vini su misura, alternative senza alcol, ma anche nuovi modi di immaginare vino in cantina e tra le vigne, al ristorante, nei vostri calici.


 Siete pronti a partecipare?

bottom of page