
Komb(w)ine - Un altro vino è possibile
Dalla visione dell’enologo Andrea Moser e dall’expertise del produttore di Kombucha Ettore Ravizza nasce Komb(w)ine: la rivoluzione che crea una nuova categoria enologica.

Cos’è?
Komb(w)ine è l’alternativa salutare al vino dealcolato, un’alternativa nuova, che non esisteva, e che ha preso avvio da una combinazione virtuosa tra professionisti. Immaginatevi di poter bere vino senza gli svantaggi dell’alcol, ma anzi con le virtù di una bevanda fermentata: è Komb(w)ine, naturalmente analcolico!
Non è un vino...
...anche se lo produciamo partendo dal mosto.
Non è una kombucha, anche se lo produciamo con lo scoby.
Non ha zucchero. Non ha alcool.
È salutare, buono, aromatico, sostenibile,
aiuta la filiera. È etico e responsabile.


Alternativa
È fatto da un enologo e da un produttore di kombucha, che si sono messi insieme per realizzare una bevanda mai provata prima, che cambia le regole del gioco nel mondo del vino.
È la prima vera alternativa al vino dealcolato: Andrea Moser e Ettore Ravizza hanno studiato un nuovo processo che rivoluziona fin dalle basi il settore, senza distruggere le due industry, e riempie una nicchia di mercato.
È un’avventura nuova, ha un sapore che non ti aspetti, ha l’uva e il varietale come punto di partenza. Fermenta ma non sviluppa alcol se non in quantità infinitesimale.
È un concentrato di benessere e puoi berlo mentre guidi. È un elisir di lunga vita e un perfetto complemento ai tuoi piatti.
Valorizza la filiera
Si produce senza sprechi, portando gli aromi del mosto nella bevanda e mettendo a disposizione dei lieviti e dei batteri lo zucchero naturalmente presente nel mosto. Si può realizzare in versione monovarietale o in blend, perché parte dal mosto per la produzione, valorizzando allo stesso tempo un prodotto in grande crisi.


PERCHÈ L’ABBIAMO
CREATO
La crisi del settore vinicolo, l’aumento dei prezzi, l’esigenza di una vita più salutare e di un’alimentazione più curata. La necessità di bevande analcoliche che contribuiscano al nostro benessere.
L’esigenza dell’alta ristorazione di costruire abbinamenti sempre più intriganti per i menu degustazione, e di creare dei pairing che vadano al di là del canonico vino-cibo.
L’inasprimento delle pene del codice della strada, che ha portato molti ad affacciarsi a nuovi prodotti da sostituire al vino. Sono innumerevoli i motivi che ci hanno spinti a immaginare una nuova strada per il vino e a ideare qualcosa che - partendo dal mosto monovarietale - potesse essere una valida alternativa per tutti. Komb(w)ine è davvero trasversale: è amato da chi è astemio, da chi non beve o non può bere per scelta, per età o per salute, ma anche, grazie alla sua base vinosa, a chi cerca una nuova strada del vino. I fondatori hanno anche una visione valoriale in questo lavoro: «Vogliamo contribuire al benessere della Terra, dando un’alternativa sostenibile al vino dealcolato, che non risponde a questo valore per noi centrale e fondante».
«Crediamo che il futuro del pairing nei ristoranti sfiderà lo status quo. Le alternative analcoliche e a basso contenuto di alcol sono diventate parte del gioco di abbinamento e danno ai ristoratori e ai sommelier grande libertà di movimento, perché sono alternative valide per tutti. Meno alcol, più esperienza, ma per noi era importante partire sempre dal mosto, quindi valorizzare la filiera vinicola».
Andrea Moser e Ettore Ravizza, ideatori di Komb(w)ine



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KOMB(W)INE
È IL VINO CHE NON C’ERA
Komb(w)ine nasce grazie all’interazione tra mosto monovarietale e scoby, la coltura simbiotica di batteri e lieviti che avvia il processo di fermentazione utilizzando lo zucchero naturalmente presente nel mosto.
Utilizzando mosto monovarietale, tè ed erbe di alta qualità, Komb(w)ine viene preparato combinando le regole del vino con quelle della kombucha, unendo due mondi e creandone uno nuovo.
A seconda della composizione di queste infusioni e dell'azione degli scoby, sono necessarie da una a tre settimane prima che siano pronte per l'imbottigliamento, che può avvenire solo quando lieviti e batteri abbiano raggiunto il corretto equilibrio ed abbiano utilizzato tutti gli zuccheri presenti. L'ambiente chiuso della bottiglia infatti priva i batteri dell'aria, rallentando fortemente il processo di acidificazione della bevanda, mentre i lieviti continuano indisturbati a trasformare gli zuccheri rimanenti in bollicine.
Man mano che le bollicine maturano si affinano, integrandosi maggiormente nel liquido, gli aromi si intensificano, i sapori si armonizzano e la sensazione in bocca diventa setosa.
Il nostro komb(w)ine verrà messo sul mercato dopo un minimo di tre mesi di invecchiamento in bottiglia, quando sarà più arrotondato e ogni infusione avrà sviluppato un carattere distintivo, che si traduce in un'esperienza di bevuta eccezionale.
Ogni calice di komb(w)ine ha un sapore intenso ed elegante: una vera espressione del terroir e della maestria artigianale che lo contraddistingue.