Ok, non esiste ma in questo articolo continueremo a chiamarlo così per non fare confusione…
Alcuni articoli e alcuni dibattiti con amici usciti nelle ultime settimane mi hanno fatto pensare o, meglio, ripensare al “problema” vini convenzionali – vini naturali. Prima cosa da specificare è sicuramente che questo in linea generale non è un problema, i problemi sono altri negli ultimi tempi e come spesso mi trovo a dire: «non salviamo vite producendo vino, tutt’al più alleggeriamo qualche esistenza». Quindi stiamo tutti tranquilli e sereni quando parliamo di argomenti legati al vino e alla sua produzione.
Veniamo in ogni caso al dunque, pensando alla “gravità” della situazione che è stata creata da anni di vini “naturali” senza controllo e a volte senza vergogna, è sicuramente un presupposto sufficiente per tornare a parlare di un argomento scottante che abbiamo solo fatto finta di aver risolto.
Esiste davvero una definizione oggettiva di bontà del vino o è una questione soggettiva? A volte credo che si debba discernere tra un vino fatto bene o corretto dando un giudizio oggettivo e un vino buono, spesso avvalendosi di standard semi-soggettivi.
Non voglio dire a nessuno che cosa deve piacere o meno, oppure che cosa debba essere buono o non buono a livello soggettivo. Vorrei solo che qualcuno avesse l’onestà di dire che, a volte, un vino è pieno di difetti macroscopici non integrati nella trama del vino stesso… Poi, se ti piace comunque berlo, ci mancherebbe, liberi tutti! Quello che forse dovremmo imparare a fare da bevitori è smettere di prendere difetti e puzze per naturalità, territorio e savoir-faire, e magari migliorare la nostra sensibilità e la nostra attenzione al mondo del vino e alla sua degustazione. È poi fondamentale andarci piano con le parole, perché è molto facile cadere nel luogo comune, nello scontato e, in buona sostanza, in errore.
Naturale che cos’è? Un bosco per esempio.
Il vigneto naturale esiste? No.
Ergo? Non esiste nemmeno il vino naturale.
Biodinamico è naturale? No, la biodinamica cerca di portare un ambiente artificiale il più vicino possibile a un ambiente sano e in equilibrio per chi ci vive, la vite nel caso del vigneto. Ma comporta continui e costanti apporti di “energia” dall’esterno… Lavorazioni, preparati, trattamenti, semine particolari, compost, letame ecc…
Quindi ribaltando la domanda:
Naturale è biodinamico? Non necessariamente.
Biologico è naturale? No.
Naturale è biologico? Non necessariamente.
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