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Le vostre domande, le mie risposte

Aggiornamento: 2 lug

Intanto, grazie! Le riflessioni sono sempre molto utili e benvenute! Il nostro progetto ha ricevuto tantissime reazioni e ha anche sollevato alcune domande. Ecco qui quelle che mi avete fatto in tanti, a cui rispondo con l’identità e i valori che portiamo avanti.



Lavorerai in forma singola, una annata e via probabilmente, quindi per ipotesi il vino che fai ad Anghiari sarà prodotto solo un anno e via dicendo. Sulla base di queste linee saranno tutti "esperimenti"?


Sì e no, in realtà lavoriamo sul recupero di Anghiari assieme alla proprietaria @Paoladeblasi già da diversi anni. Il primo vino che ne è uscito sarà unico ma ci saranno molto probabilmente evoluzioni dello stesso dalla stessa vigna. Altre vigne su cui lavoriamo e lavoreremo sono condotte in prima persona o inserite in una consulenza stabile. Se decideremo di collaborare con altre aziende e altre vigne per la creazione di un AMProject saranno solo ed esclusivamente aziende e vigne con conduzioni viticole, enologiche e etiche molto vicine alle nostre e l’uva dovrà essere il risultato di un percorso soprattutto viticolo, ma non solo, per l’obiettivo prefissato. Potrà volerci anche più di un anno per una singola edizione.



Il vigneto dove prelevi le uve lo segui un anno e poi via? Su tutto il ciclo vegetativo?

Questo è il primo aspetto perché la vedo non semplice ripartire "da zero" ogni anno se segui tutta la conduzione, oppure acquisti una partita di uva e la vinifichi?


Non siamo interessanti a vinificare uve semplicemente comprate, non è questo il senso. Voglio seguire il progetto fin dal terreno, lavorando sulle vigne e verificando di persona la qualità, durante tutto il ciclo vegetativo e in vendemmia. L’idea è proprio quella di mettermi a disposizione dei proprietari dei vigneti e aiutarli, con le mie competenze e con l’aiuto di tanti amici professionisti, a lavorare sempre meglio, ottenendo il massimo possibile dai loro terreni.



Ogni anno parti con una zona e un'uva, quindi significa anche dover interpretare situazioni sempre diverse, non andrà dispersa la matrice territoriale?


I vini prodotti avranno sempre e per forza una forte matrice territoriale, la mano dell’enologo dovrebbe essere rivolta ad esaltare queste caratteristiche, non a modificarle, almeno su questa tipologia di vino. Per me, sarà una sfida sempre nuova e mi costringerà a ripensare ogni anno le mie certezze: ma sarà anche l’occasione di mettere a sistema tutto quello che ho imparato in questi vent’anni lavorando in tante zone diverse d’Italia e del mondo.



Non si correrà il rischio di avere un "vino dell'enologo" piuttosto che un vino del territorio fatto al meglio?


Il rischio c’è sempre, ma proveremo sempre ad evitarlo! Per me il terreno, la vigna e l’uva sono sempre stati il punto di partenza imprescindibile. Così è anche in questo progetto.



A livello vinificazione anche la cantina per la parte tecnica ruoterà di volta in volta o ti appoggerai a cantine in loco?


Nel caso di collaborazioni ci affideremo alle cantine in loco, per quanto riguarda invece le produzioni attuali tenderemo a lavorare su un’unica azienda in grado di fornirci tutta l’attrezzatura necessaria. Ed in futuro chissà, ci sono già idee a riguardo, ma è presto per parlarne…



Posizionamento e possibilità di confronto, il principio mi sembra quello della boutique winery o del vin de garage alla francese primissima maniera, hai previsto delle possibilità di assaggio o di confronto su questi vini?


Assolutamente sì, stiamo già approntando delle date di assaggio con stampa e clienti selezionati. Ovviamente per ovvi motivi di quantità saranno occasioni esclusive e circoscritte a pochi. Non per “tirarsela”, ma vogliamo che il progetto viva e si sostenga autonomamente, non solo filosoficamente.



Un compratore evoluto deve acquistare sulla base di cosa? Perché se ogni anno cambia tutto si deve fare un atto di fede. Finché restano 2 barrique ovviamente vanno via in un istante, con i contatti usuali, ma se questo progetto di articolasse in modo sensibile avete gai previsto qualcosa?


Magari le prime edizioni saranno un atto di fede, comprensibile, ma credo che in poco tempo lo stile sarà chiaro. È una situazione ed una domanda che ho già vissuto con altre produzioni nel mio recente passato, c’è chi accetta nuovi stimoli e nuove idee ogni anno e non si sente destabilizzato da questi, chi invece preferisce comprare sempre la stessa bottiglia e stare più “tranquillo”… in ogni caso sono convinto che anche per i vini con produzioni più tradizionali con vigneto, vinificazione e sede sempre uguali si trovino annate diverse dalle altre, anche molto, e credo sia parte del fascino del vino.



Giorgio Grai faceva qualcosa del genere a suo tempo, su volumi diversi lavorando da vasche delle aziende con cui collaborava, l'idea è quella?


No, ovviamente Giorgio Grai è stato un grande maestro per molti, io ho avuto la fortuna di conoscerlo e assaggiare qualche volta assieme a lui. Noi vogliamo partire da un progetto a tutto tondo iniziando sempre dalla vigna, mai da un vino fatto e finito.

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