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Immagine del redattoreAndrea Moser

Non è tutto oro quello che luccica


“La flavescenza dorata (FD) è una fitoplasmosi provocata dai fitoplasmi del gruppo 16Sr V (sottogruppi C e D). Essa appartiene al gruppo dei giallumi della vite. Il nome viene attribuito dalla colorazione gialla dorata che assumono le foglie, i tralci ed i grappoli di vitigni a bacca bianca una volta colpiti. L’agente causale della malattia è il Candidatus Phytoplasma vitis, un fitoplasma che si insedia nei tessuti floematici dell’ospite e ne provoca il blocco della linfa elaborata, inducendo uno squilibrio delle attività fisiologiche dalla pianta stessa”.


Com’è nato il problema? 

Facciamo però un passo indietro e cerchiamo di capire come è nato questo problema. La questione è infatti complessa e non sempre chiara.

 

Come molte altre importanti malattie della vite, anche la FD è legata in qualche modo alla globalizzazione. Ricordiamo i funghi come la peronospora (ne abbiamo parlato qui) o l’oidio, arrivati dall’America attraverso il trasporto di materiale vegetale infetto (viti ornamentali, per esempio). Ricordiamo il poco simpatico insetto che prende il nome di fillossera, anch’esso arrivato via mare dagli Stati Uniti e diventato in poco tempo la più grande piaga viticola di tutti i tempi che a cavallo di fine ’800 inizio ’900 ha stravolto e modificato per sempre il panorama viticolo europeo e non solo (ne parleremo più in dettaglio in futuro). Oppure in tempi più recenti la Drosophila suzukii arrivata dal sud-est asiatico, un moscerino della frutta che ha creato e crea grossi danni su molte colture frutticole a partire dal 2008.

 

Torniamo però a parlare della FD. Come dicevamo prima, in questo caso la questione si complica: infatti la malattia nella vite era presente ed era conosciuta già da molti anni come endemica (non a larga diffusione, costantemente presente e tipica in zone circoscritte), ma non suscitava grande allarmismo in quanto non tendeva a diffondersi e i pochi focolai si spegnevano o venivano eliminati con l’espianto e la distruzione delle piante malate. 


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